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Si terrà il 18 di agosto, alle ore 17,30, in Piazza Nicola Vella, a Lacedonia, l’evento organizzato dal Centro Studi “Nicola Vella” per celebrare i cento anni dalla nascita del grandissimo poeta, cantore assoluto della società contadina, ma anche compositore di liriche finissime che hanno indagato il mondo interiore dell’essere umano. Nell’anno in corso ricorre, peraltro, anche il settantesimo anniversario della sua morte.

 

Ricco l’elenco degli interventi previsti, a cominciare dai saluti del sindaco di Lacedonia Antonio Di Conza, del presidente dell’associazione “Rocco Scotellaro” Antonio Martino e del direttore del Corriere dell’Ipinia Gianni Festa.

 

Ad introdurre sarà Rocco Pignatiello, Presidente del centro Studi “Nicola Vella”.

 

Interverranno Raffaele Beato, vice presidente dell’associazione “Rocco Scotellaro; Rosaria Toneatto, storica e cugina di Rocco Scotellaro; Ida Chiauzzi, consigliera comunale di Coollegno (TO); Franco Fiordellisi, segretario provinciale CGIL; paolo Speranza, storico del cinema; Michele Fumagallo, giornalista.

 

Alle 20,00 è prevista una cena conviviale a base di lagane e ceci, mentre alle 22,00 si esibiranno musicisti e cantanti di grandissimo spessore: Antonia Gallicchio, Pasquale Innarella, Rocco Melillo, Antonio Pignatiello, Lorenzo Ruggiero.

 

 

 

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1.   Il documento che state leggendo costituisce atto di nascita dell’Organizzazione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale (acronimo OSPI).

2.   Non si tratta di uno statuto perché il gruppo de quo non costituisce associazione.

3.   Non si parla dunque di associati, ma di aderenti.

4.   Lo scopo precipuo è quello di creare una rete di ricercatori che operino nel senso del recupero e della salvaguardia di tutti gli elementi costituenti patrimonio culturale immateriale delle rispettive zone di provenienza, la maggior parte dei quali corrono oggi il serio rischio di trovare sepoltura definitiva nel capiente ventre dell’oblio assoluto.

5.   L’affievolimento delle peculiarità culturali delle eterogenee comunità sta conducendo ad una perdita costante del senso di identità, ragione non secondaria dell’abbandono innanzitutto emotivo (ma anche materiale) della terra madre. Questa è una delle problematiche che il gruppo intende fronteggiare.

6.   Gli aderenti non sono tenuti a fare nulla che non vogliano e non esistono obblighi di nessuna natura, a cominciare da quelli burocratici.

7.   Non è prevista iscrizione, non si pagano quote associative e non saranno poste in essere campagne di tesseramento.

8.   Non ci sono capi e capetti, caporali, vassalli, valvassini o valvassori.

9.   Ognuno è il capo di se stesso e tutti interagiscono in maniera assolutamente paritaria.

10.                  La rete servirà a portare in luce il lavoro degli aderenti e a condividerlo.

11.                  La rete potrà promuovere e presentare libri e organizzare conferenze, eventi culturali collettivi e individuali etc. (Festival dei Dialetti etc.)

12.                  L’Organizzazione si doterà di un sito internet che costituirà network e al contempo centro di documentazione virtuale del Patrimonio Culturale Immateriale. Conterrà altresì il profilo e la bibliografia degli aderenti.

13.                  Laddove gli autori lo chiedano, i loro testi potranno essere diffusi in formato digitale in maniera assolutamente gratuita.

14.                  L’Organizzazione potrà diffondere contenuti a mezzo stampa, ma soltanto su richiesta e con la collaborazione attiva degli autori, anche con pubblicazioni individuali e collettive.

15.                  La sede è ovunque ci sia un ricercatore o un operatore di buona volontà.

16.                  Una sede fisica sarà comunque presto individuata.

 

PS. Chiunque sia interessato può rivolgersi a Michele Miscia al numero 3386831696 (prossimamente saranno offerti altri numeri di referenti organizzativi, stante il fatto che ognuno è e resta il referente di se stesso)

 

Il promotore

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Dopo i laboratori che hanno coinvolto centinaia di stu­denti dell’IOS De Sanctis di Lacedonia, dell’IIS Fermi di Val­lata e di altre scuole lombarde, pugliesi e siciliane, inizia il festival cinematografico sulle aree interne e fragili, i territori e luoghi marginali e le piccole comunità che toccherà Lioni, Trevico, Bisaccia, Lacedonia e Aquilonia.

Il progetto è finanziato dal Piano Nazionale Cinema e Imma­gini per la Scuola del MiC e del MIM.

Oggi, 17 maggio, è stata presentata la prima edizione di “Genius Loci Festival. Il Cinema Racconta il Territorio” (https://keaton.eu/festival-genius-loci), evento finale di un complesso progetto didattico sul cinema e l’audiovisivo che ha coinvolto nei mesi scorsi centinaia di studenti tra l’Irpinia, la Lombardia, la Puglia e la Sicilia.

La manifestazione è in programma dal 18 al 20 maggio. In particolare, nelle mattine del 18 e 19, al multisala Cinema Nuovo di Lioni si svolgeranno le sessioni riservate agli studenti: il 18 è prevista la visione dei corti finali­sti prodotti dalle scuole di tutta Italia, gli incontri con le delegazioni delle scuole che hanno realizzato i film, la procla­mazione dei vincitori e la consegna dei premi; il 19 sarà proiettato fuori concorso il film documentario La nostra stra­da del siciliano Pierfrancesco Li Donni, che sarà presente per rispondere alle domande dei ragazzi. Quest’ultimo film è stato vincitore del Biografilm Festival, in concorso all’IDFA di Amsterdam e presentato alla Festa del Cinema di Roma-Alice nella Città. L’intero programma delle due mattine e gli ospiti saranno presentati direttamente da alcuni dei ragazzi partecipanti ai laboratori, che hanno anche gestito la conferenza stampa di presentazione del programma tenuta il 17 maggio nell’Aula magna dell’IOS “Francesco De Sanctis” di Lacedonia.
Una serie di proiezioni fuori concorso gratuite in altri paesi dell’area saranno invece rivolte a tutto il pubblico inte­ressato. Nel pomeriggio del 18, al Palazzo Scola di Trevico, alle 17:00 sessione dedicata a Ettore Scola in colla­borazione con l’associazione IrpiniaMia: saranno proiettati due documentari, Vorrei che volo di Scola (1983) e il corto di Pierfrancesco Li Donni Massimino, sempre alla presenza del regista Li Donni; la sera del 18 alle 21:00, al Nuovo Cinema Romuleo di Bisaccia, in collaborazione con il Forum Giovani, proiezione – alla presenza del regista – di Sacro moderno, un film tra documentario e finzione dell’abruzzese Lorenzo Pallotta che ha debuttato alla Festa del Cinema di Roma-Alice nella Città ed ha aperto il festival Laceno d’Oro in concorso; il 19 alle 15:30, al Teatro Co­munale di Lacedonia, programma in collaborazione con il MAVI/Museo Antropologico Visivo Irpino, la Pro loco “Gino Chicone” e il Comune di Lacedonia, con la proiezione dei 10 corti scolastici provenienti da tutta Italia che hanno partecipato alla selezione per il concorso e, alle 18:00, del documentario Sulla via dei padri di Bruno Palma (girato tra Montella, l’Alta Irpinia e la piana pugliese al seguito della transumanza) introdotto da un intervento del Sin­daco di Lacedonia Antonio Di Conza; infine il 20 maggio al Museo etnografico di Aquilonia, in collaborazione con il museo e con la Pro loco “Dante Castucci”, proiezione – alla presenza del regista – dei documentari Nfacci­vento e La patente del giovane regista siciliano Giovanni Gaetani Liseo, l’ultimo dei quali selezionato in concorso nel festival Visions du Réel a Nyon.
Il progetto “Genius Loci. Il cinema racconta il Territorio” è finanziato in base al bando “Progetti di rilevanza terri­toriale” 2022 del piano “Cinema e Immagini per la Scuola” promosso dal MiC-Ministero della Cultura e dal MIM-Ministe­ro dell’Istruzione e del Merito. L’iniziativa nasce dall’alleanza tra keaton.eu, portale dedicato al cinema per la scuola, e il CSC-Centro Studi Cinematografici, associazione nazionale di cultura cinematografica, con lo scopo, da una parte, di valorizzare le produzioni didattiche audiovisive delle scuole italiane e, dall’altra, di avvicinare gli studenti, mediante seminari didattici e laboratori pratici condotti da formatori e professionisti, a una parte significativa della filiera del cinema e dell’audiovisivo rendendoli concretamente protagonisti di un evento culturale unico nel suo genere. Il progetto è dunque un’occasione di dialogo, confronto e riflessione sui linguaggi, le forme, le tecniche scelte dai giovani per la creazione delle loro opere. Il tema messo al centro è il territorio, sia in quanto valorizzato dalla scommessa di un evento culturale orizzontale e decentrato – il festival – sia in quanto l’identità e la rappresenta­zione simbolica dei territori e luoghi marginali del nostro paese divengono oggetto privilegiato di indagine attraverso il linguaggio cinematografico.
Un bando di concorso cinematografico, alla fine dello scorso anno, ha invitato le scuole secondarie di I e II grado di tutta Italia a presentare cortometraggi che fossero realizzati nell’ambito di progetti didattici nonché centrati sul racconto delle aree interne, delle aree fragili, dei territori e luoghi marginali e di piccole comunità. Le opere pervenute, sia di genere documentario che di finzione, sono il materiale su cui gli studenti dell’Istituto Omnicomprensivo Statale Francesco De Sanctis di Lacedonia e dell’Istituto d’Istruzione Superiore Enrico Fermi di Vallata, in provincia di Avellino, hanno lavorato in classe per analizzare i film, selezionare quelli in competizione e definire la programmazione della giornata finale del concorso nazionale.
Dopo i laboratori di selezione e programmazione si sono svolti quelli di giuria: in particolare le giurie “tecniche”, curate dagli studenti dei due istituti irpini, assegnano un premio al “Miglior film” e uno al “Migliore racconto del territorio”, mentre quelle “popolari”, curate da studenti di istituti lombardi, pugliesi e siciliani, assegnano a distanza il Premio del pubblico. A questi gruppi si aggiunge inoltre il lavoro delle classi di studenti irpini che cureranno la conduzione del festival, le interviste agli ospiti, i video di backstage, nonché alcuni laboratori collaterali di cui uno dedicato alle scuole primarie di Aquilonia, Lacedonia e Monteverde. Nel complesso “Genius Loci” coinvolge istituti com­prendenti scuola primaria, secondaria di I grado e numerosi indirizzi della scuola secondaria di II grado nonché diver­se centinaia di studenti.

«Al nostro bando – ha dichiarato il responsabile scientifico del progetto, il critico e docente romano di Cinema Silvio Grasselli – hanno risposto scuole da tutte le regioni, isole comprese, nonostante una call di breve durata. C’è ormai una proliferazione di iniziative sulla didattica del cinema e molte di esse hanno al centro il “fare”, realizzare un audiovisivo. E non si tratta più – osserva Grasselli – dei video un po’ elementari di 10-15 anni fa, né necessariamente di iniziative ispirate da istanze amatoriali o dalle velleità “elevate” di singoli docenti appassionati, ma di prodotti sempre più spesso in grado di dialogare con il cinema del presente e del passato, con quello d’autore e di genere, in tutte le sue forme: dal documentario, alla finzione, all’animazione, fino a tentativi interessanti di ibridazione. Da parte nostra – ha concluso il critico e formatore – abbiamo cercato di valorizzare, al contempo, sguardi non ingenui sulle forme espressive dell’audiovisivo e progetti che tenessero al centro la fase didattica e quindi il coinvolgimento attivo degli studenti».

In merito al focus tematico del festival, il giornalista e regista romano Michele Citoni, co-autore del progetto e formatore, ha spiegato che «l’iniziativa è situata in un territorio specifico, tra l’Alta Irpinia e la Baronia, ma riflette una or­mai diffusa e prolungata vitalità del dibattito scientifico e culturale, nonché delle produzione artistiche, centrate sulla vita e sulle urgenze sociali, culturali, economiche e ambientali delle aree interne e delle comunità minori e periferiche. Le narrazioni – osserva Citoni – si alimentano di affezione ai patrimoni culturali materiali e immateriali, di interesse per la storia locale e la memoria, con il fecondo utilizzo degli archivi fotografici e cinematografici, di una quotidianità “marginale” che tuttavia è inestricabile dai grandi temi del dibattito globale. Anche in Irpinia, sempre più spesso, si svolgono iniziative e pratiche culturali e artistiche che cercano connessioni con il globale e che rimettono in discussione il rapporto tra “centro” e “periferia”. È importante utilizzare nelle scuole il cinema e l’audiovisivo – ha concluso il documentarista romano – perché se declinato in modo non localistico può essere un mezzo potente sia per stimolare la riflessione che per connettere il proprio territo­rio con il mondo».

La preside dell’IIS “Fermi” di Vallata, nonché dirigente reggente dell’IOS “De Sanctis” di Lacedonia, Silvana Rita Solimine, ha dichiarato: «Il rapporto sinergico tra scuola e territorio ha un’importanza strategica: come comunità scolasti­che, collaborando con enti e associazioni locali, ci impegniamo ogni giorno per fare in modo che i nostri istituti svolga­no al meglio il proprio ruolo di infrastrutture culturali e per mantenere un alto standard di servizio, pur in presenza di tutte le difficoltà di un’area interna e marginale. L’educazione al racconto del territorio – ha concluso la dirigente scolastica – è un modo molto fecondo per rafforzare questo rapporto».

«Per quanto mi riguarda, ho sempre pensato che la cultura, l’arte, la cura e valorizzazione dei patrimoni siano assi importanti della vita di un paese come il mio e della stessa attività amministrativa», ha dichiarato infine il sindaco di Lacedonia Antonio Di Conza: «promuovere e sostenere le attività culturali rappresenta il caposaldo della coesione di una comunità e al tempo stesso il terreno privilegiato per realizzare dialogo e scambio con l’esterno, nella consapevolezza – ha concluso il Sindaco – che non siamo autosufficienti e che il locale per sopravvivere deve dialogare con il globale».


 

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Io non ne ho viste di cose che voi umani non possiate immaginarvi: né le navi da combattimento in fiamme al largo dei Bastioni di Orione, né i raggi B balenare nel buio vicino alle Porte di Tannhäuser. Tutti quei momenti me li sono perduti, come lacrime nella pioggia.
È tempo di vivere.

 

I haven't seen any of those things you people wouldn't believe. Neither attack ships on fire off the shoulder of Orion, nor C-beams glittering in the dark near the Tannhäuser Gate. I've lost all those moments in time, like tears in rain.

Time to live.

 

 

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Io non ne ho viste di cose che voi umani non possiate immaginarvi: né le navi da combattimento in fiamme al largo dei Bastioni di Orione, né i raggi B balenare nel buio vicino alle Porte di Tannhäuser. Tutti quei momenti me li sono perduti, come lacrime nella pioggia.
È tempo di vivere.

 

I haven't seen any of those things you people wouldn't believe. Neither attack ships on fire off the shoulder of Orion, nor C-beams glittering in the dark near the Tannhäuser Gate. I've lost all those moments in time, like tears in rain.

Time to live.

 

 

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Tre premi della giuria e il Premio speciale “Frank Cancian” assegnati al termine della V edizione del concorso di fotografia documentaria “1801 passaggi” ispirato agli scatti realizzati nel 1957 dal fotografo e antropologo statunitense Frank Cancian a Lacedonia (Av)

 

 

 

Da un vero e proprio “studio di comunità” con le fotografie, realizzato nel Sud rurale dei tardi anni 50, parte ogni anno un viaggio fotografico e documentaristico in tutta Italia

 

 

 

Ha vinto il primo premio del concorso annuale di fotografia documentaria “1801 passaggi” il trentenne fotoreporter di Cava de’ Tirreni Gabriele Durante, con una foto scattata nella festa della Madonna delle Grazie di Raito a Vietri du Mare (Sa). Secondo premio al fotografo jesino Pietro Picchietti, con un’immagine di festa realizzata a Cupramontana (An), seguito al terzo posto dalla giovane artista parmense Alma Beccarelli, che ha scattato sulla spiaggia del faro di Bibione (Ve). Ad aggiudicarsi il Premio speciale “Frank Cancian” il riccionese Andrea Pecci, con una foto scattata in Sicilia.

 

Tutte le fotografie selezionate e le motivazioni dei premi assegnati sono visibili permanentemente sul sito web del MAVI-Museo Antropologico Visivo Irpino. L’indirizzo è www.museomavi.it/concorso- 2021

 

Nelle motivazioni dei premi assegnati dalla giuria tecnica si legge, per la foto vincitrice di Durante, un apprezzamento per il «forte impatto emotivo» dello scatto; a parere dei giudici, nella seconda classificata di Picchietti «i mondi d’oggi e di ieri si sovrappongono»; della terza classificata, di Beccarelli, viene premiato «il legame indissolubile creato fra passato e futuro»; la giuria Cancian rileva, infine, che la foto di Pecci vincitrice del Premio “Frank Cancian” si distingue per «una chiarezza elegante e concisa che Frank avrebbe ammirato».

 

Venti, come ogni anno, sono le foto selezionate come finaliste dalla giuria, che in questa tornata era composta dalla coordinatrice Simona Guerra (esperta in ordinamento di archivi fotografici e saggista), da Massimo Cutrupi (fotografo dell’ICPI-Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura e docente) e da Francesco Marano (antropologo e artista, professore associato dell’Università della Basilicata, direttore della rivista peer reviewed “Visual Ethnography”). Il figlio di Frank Cancian, Steve Cancian (californiano, architetto paesaggista e fotografo) ha rappresentato la famiglia dell’autore statunitense – scomparso nel novembre 2020 – per l’assegnazione del premio a lui intitolato. I premi sono stati proclamati e “consegnati” in una cerimonia tenuta in videoconferenza, la cui registrazione resta visibile sulla pagina Facebook del MAVI e di LaPilart.

 

Il concorso è ispirato agli scatti realizzati nel 1957 a Lacedonia dallo statunitense Frank Cancian, allora fotografo e futuro antropologo, che realizzò un vero e proprio “studio di comunità” con le fotografie : un patrimonio custodito ed esposto nel MAVI-Museo Antropologico Visivo Irpino dal 2017, dopo la donazione da parte di Cancian alla Pro Loco “Gino Chicone” dei 1801 negativi, dei relativi provini a contatto, delle note di campo redatte da Cancian nel sei mesi di permanenza in Italia e di altri materiali dell’epoca.

 

Il concorso “1801 Passaggi”, dedicato in questa quinta edizione al tema “Un paese italiano, 2021”, è organizzato dalla Pro Loco “Gino Chicone” di Lacedonia e dall’associazione LaPilart nell’ambito delle attività del MAVI, con il sostegno del Comune di Lacedonia e in partnership con il Museo delle Civiltà (Roma, Ministero della Cultura) e la Fondazione Un Paese (Luzzara). Il progetto produce ogni anno un viaggio fotografico e documentaristico in tutta Italia. Esso consiste nella selezione, mediante le scelte operate da una giuria di alto livello culturale e tecnico, di un gruppo di 20 opere fotografiche realizzate oggi nel territorio italiano sulla base degli spunti di ispirazione forniti da un gruppo di 20 foto tra quelle scattate da Cancian a Lacedonia nel 1957. Le 20 nuove opere selezionate entrano ogni anno nell’archivio MAVI e saranno anche stampate ed esposte nel museo lacedoniese, la cui riapertura è imminente dopo importanti lavori di ristrutturazione. Il concorso “1801 Passaggi” è quindi un progetto in divenire: un testimonianza dinamica dei cambiamenti della persona e della società, e dell’evoluzione dello sguardo fotografico su di esse.

 

Molto toccante il messaggio video sulle immagini in concorso inviato dagli Stati Uniti da Steve Cancian:

 

«Mio padre – ha affermato il figlio dell’antropologo e fotografo statunitense – sarebbe rimasto molto colpito dalle proposte di quest’anno. Per me, valutarle è stata un’occasione per rievocare gli innumerevoli pomeriggi che abbiamo passato insieme alle mostre fotografiche e quei momenti speciali in cui trovi un’immagine che è proprio “giusta” e che vorresti aver scattato tu stesso».

 

Alla diretta dell’evento di chiusura ha partecipato, oltre a una rappresentanza della giuria, ai 20 fotografi selezionati, allo staff degli organizzatori e al Sindaco di Lacedonia Antonio Di Conza, anche il Prof. Francesco Faeta, docente ordinario di materie antropologiche e tra i massimi esperti italiani di antropologia visuale, che ha annunciato l’imminente uscita in libreria, edito da Rubbettino, del suo saggio Vi sono molte strade per l’Italia. Ricercatori e fotografi americani nel Mezzogiorno degli anni Cinquanta , che approfondisce il lavoro di tre autori fra i quali Frank Cancian.

 

Tutte le fotografie selezionate e le motivazioni dei premi assegnati sono visibili in permanenza sul sito web del MAVI: www.museomavi.it/concorso-2021

 

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aggiornata con la Direttiva Ministeriale 170/2016

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