La freschezza giovanile, l'entusiasmo sorridente tipico dell'età più verde al servizio della cultura: questo il tratto connotante la progettualità del servizio civile che otto giovani di Lacedonia vanno compiendo in questi mesi. A loro è demandato il compito precipuo di contribuire alla salvaguardia del patrimonio culturale di zona, estroflesso nelle sue più eterogenee forme, così come previsto dall'Unione Nazionale delle Pro Loco d'Italia: da quello archeologico a quello antropologico, da quello artistico a quello storico, da quello materiale, insomma, a quello immateriale, ovvero al dedalo di consuetudini, usi, costumi e tradizioni che hanno caratterizzato le nostre comunità evolutesi in circa trenta secoli di storia. Certamente si tratta di un lavoro immane e non può sicuramente bastare un anno di impegno: tuttavia è importante perchè sarà un altro mattone nel muro della memoria, una goccia soltanto, forse, ma comunque una goccia in più nel mare di conoscenze che andiamo perdendo sempre di più. Chi scrive è lieto di constatare l'estrema serietà con cui i ragazzi attendono ai loro compiti e penso che alla base ci sia autentico amore, da parte loro, per la cultura. Questi i loro nomi:
Giuseppe Pandiscia, Candida Santangelo, Giusi Palladino. Marilinda Donatiello, Caren Imbriani, Angela Gargano, Giuseppina D' Errico, Antonio Melillo Franzese.
Bravi!